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Economia e politica

Ma quanto costa vivere?

 

Fotocomposizione pubblicitaria: «A mezzo della Trattrice FIAT l’industria conferirà
all’agricoltura proficuo e prezioso contributo per la sua futura grandezza e prosperità.
La stampa sportiva e l’illustrazione d’Italia, 18(8), febbraio1919, p. 6.

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Nel giugno 1919 si fa sentire il problema del costo elevato dei viveri. «Per poter giustificare serenamente come e quanto l’assillante problema del caro-viveri sia intimamente collegato al problema agricolo, non c’è altro di meglio che porre sotto gli occhi del pubblico quanta sia la superficie coltivata nel nostro suolo e come venga coltivata e quale sia la somma dei prodotti che da essa annualmente si ricavano».

Per spiegare il nesso, l’articolo di Camillo Mancini “Caro-viveri e agricoltura” fa riferimento ai dati relativi alla media della produzione di materie prime dal 1901 al 1916. Dall’analisi proposta nell’articolo si evince che «estensivamente il suolo italiano è coltivato nella misura massima possibile». La vasta superficie destinata a pascolo permanente, del resto, non può essere ridotta, se non a discapito nel numero di capi allevati. «Adunque – commenta Mancini – coloro che accusano l’agricoltore italiano e vogliono far dipendere il caro-viveri dalla di lui ignavia, errano, e gittano di essi un ingiosto biasimo […] Il vero, il grande, l’efficacissimo mezzo per abbassare il livello così sopraelevato del costo attuale della vita umana, bisogna ricercarlo in sollecito e notevole aumento della produzione del nostro suolo […]
Ora se, a conti fatti, per produrre un chilogrammo di patate io agricoltore debbo spendere una lira, come volete che possa portarle al mercato a 50 centesimi?! Il caro-vita trae la sua prima origine dal caro-braccia ch'è il massimo ostacolo all'invocato aumento della produzione e quindi alla retrocessione dei prezzi dei commestibili […]
Se tutti non rientriamo nella realtà e lealmente ci diamo la mano, produttori e lavoratori, proprietari e proletari, con una sincera collaborazione, il problema non si risolve, il che può essere causa di tristi giorni per il nostro Paese!»


L’economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, banchi, ferrovie e degli interessi privati
, 46(2355), 22 giugno 1919, pp. 285-286.
http://www.byterfly.eu/islandora/object/librib%3A175125#page/2/mode/2up

 

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