La donna e la società |
La donna nel servizio tramviario |
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L’economista: gazzetta settimanale di scienza economica, finanza, commercio, |
Così, nelle officine, gli industriali in generale osservano che la donna se anche alla macchina fa lo stesso lavoro dell’uomo, non è in grado, se si verifica un guasto, di ripararlo come fa l’uomo, per cui, per ogni gruppo di donne, occorre tenere a disposizione un uomo che provveda alle riparazioni. […] Occorre abbandonare il principio che sembra eticamente assoluto, ma che è in fatto grossolano a artificioso, della “parità di salario a parità di lavoro”, quando questo rapporto di parità non sussiste, e quando anche la parità di costo di sostentamento dell’uomo e della donna pure non è dimostrabile. Anzi, sta di fatto che, fisiologicamente la donna consuma circa il 20 per cento di quello che consuma l’uomo commisurando il salario dell’uomo a 100 e quello della donna a 80. […] In generale l’impiego della donna nel servizio tramviario, quantunque abbia sostituito egregiamente la deficienza numerica, pur tuttavia ha lasciato molto a desiderare nei riguardi della resistenza e della disciplina. Abbiamo in media quattro gravidanze per ciascuna madre (si noti che la maggior parte delle tramviere sono ancora sotto i 30 anni) […] Circa il 10 per cento hanno accusato, in genere, dopo i primi mesi di servizio, disturbi mestruali, cioè menorragie, con dolori, talvolta forti, da essere costrette ad interrompere il servizio; due casi di aborto in servizio; un caso di parto prematuro. Sono poi da tenersi in considerazione, come concause di morbilità, alcune abitudini poco igieniche di molte tramviere, fra cui l’adoperare la saliva per staccare i biglietti, il frequente mettersi in bocca le monete e le carte-valori nell’atto di dare il resto, il consumare alimenti nell’interno della vettura, senza possibilità di lavarsi le mani».
http://www.byterfly.eu/islandora/object/librib%3A175054#page/4/mode/2up
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