Non essere analfabeta diventa non tanto un diritto quanto un dovere della donna, che ha acquisito diritti amministrativi e politici. Il Consiglio Nazionale della Donna Italiana presenta «un importante Ordine del giorno […] al Ministro della P. I. per le adulte analfabete:
Conscio delle responsabilità che i recenti conseguiti diritti importano alla donna;
Consapevole di quanta retta preparazione di spirito e di pensiero esiga l'esercizio di nuove prerogative sociali;
Nell’intento che la cooperazione della donna segni veramente quel progresso di civile educazione che il legislatore si promette e venga ad integrare con sane energie la vita della Nazione;
Invoca per tutte le donne d’Italia provvedimenti legislativi atti a garantire ed obbligare per ognuna di esse quel grado minimo di cultura che si richiede per una doverosa elevazione delle masse femminili. In conseguenza di ciò:
Propone:
- Il richiamo alla rigorosa osservanza della legge sull’istruzione elementare obbligatoria.
- Un articolo aggiuntivo alla legge sull’istruzione obbligatoria che estende l’obbligo dell’istruzione elementare di grado inferiore alla donna fino al suo quarantesimo anno di età. E la facoltà ai Comuni di emanare apposite norme per l’osservanza della legge.
- L’obbligo diretto della denuncia alle analfabete adulte entro i limiti del quarantesimo anno di età. E l’obbligo ancora alla denuncia per chi — sotto qualsiasi aspetto — tiene alla propria dipendenza adulte analfabete,
- L’applicazione di ammende e pene per chi — trascorso il limite di tempo consentito — non avrà provveduto alla denuncia prescritta.
- Un censimento femminile per ogni Comune e la nomina d’una Commissione femminile per compilare una statistica di adulte analfabete istituita presso ogni Comune e dal Comune sovvenuta di tutti i mezzi necessari ad assolvere il proprio mandato entro un convenuto limite di tempo.
- L’istituzione di Scuole nazionali per adulte analfabete, rette dal Comune e dal Comune devolute ad associazioni private che abbiano dato prova di competenza scolastica — sovvenzionate dal Governo — obbligatorie per tutte le analfabete quale che sia la loro professione libera o salariata».
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