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«Il tenente Ludovico Censi è nato a Fermo. Tra i suoi voli è famoso quello di Klagenfurth. Il tenente Giuseppe Sarti, nato a Barcellona da famiglia italiana, prese il brevetto nel 1915 a Pau, in Francia. Compì i primi voli su apparecchi da bombardamento, e più tardi entrò a far parte della Serenissimo. Il tenente Aldo Finzi è nato a Lugnano. Prima della guerra fu motociclista e aerostiere e nel 1913 partecipò alla Gordon Bennet in pallone libero, battendo il record della resistenza. Il tenente Piero Massoni è nato a Massa: ha compiuto centoventi ricognizioni su territorio nemico. Il tenente Giordano Granzarolo, di Legnago, è decorato con la medaglia d'argento per un magnifico volo su Lubiana. Il tenente Antonio Locatelli, di Bergamo (un fratello suo cadde nell'agosto del 1918 a Cima Presena), ha al suo attivo parecchi velivoli nemici abbattuti. Durante l'offensiva austriaca dell'ottobre 1917 venne attaccato sopra Tolmino da dieci caccia avversari e ne colpì due mettendo in fuga gli altri. Famosi i suoi voli su Zagabria, Friedrischafen, Trento, Bolzano. È decorato con la croce di guerra belga e con tre medaglie d'argento. Verso il mezzogiorno del 15 settembre 1918 Locatelli, durante una incursione su Fiume, cadeva prigioniero del nemico e solo ai primi di novembre, durante lo sfacelo dell'esercito austriaco, riusciva a fuggire e a raggiungere, dopo drammatiche avventure, i suoi compagni. Non ritornerà invece più il sottotenente Gino Allegri, colui che D'Annunzio chiamava col nome francescano di “frate Ginepro”. Cadde il 5 ottobre per un incidente di volo mentre rientrava al suo campo dopo (un'altra impresa di guerra. Allegri, veneziano e pittore, era audacissimo. Durante un volo su Feltre fu costretto per un guasto al motore a discendere sino a pochi metri dal suolo e, senza smarrire la sua calma proverbiale, si valse dell'incidente per prendere interessanti fotografie. Mentre stava per essere catturato, improvvisamente il motore riprese a funzionare ed il velivolo di Allegri con un balzo risalì alto nel cielo. Egli aveva dato a questa avventura il nome di “beffa di Feltre”».
Gigli, L. Tre anni di guerra aerea. La stampa sportiva e l’illustrazione d’Italia, 18(13), 30 marzo 1919. http://www.byterfly.eu/islandora/object/libria%3A51878#page/8/mode/2up
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